MiDiLAB - Laboratorio Migrazioni e Disuguaglianze
Un tratto distintivo del Laboratorio è la convinzione che la “questione immigrazione” non dovrebbe essere isolata da altre questioni rispetto alla struttura sociale e le sue divisioni. Per riprendere un’efficace affermazione di Alejandro Portes, “ il problema non è la differenza, ma la differenza diseguale”.
L’idea di fondo che ispira la nascita di questo Laboratorio sta nell’assunzione che il processo migratorio abbia caratteri strutturali che si ritrovano in migrazioni diverse nel tempo e nello spazio. Le esperienze di emigrati del passato e in generale delle migrazioni interne sono sorprendentemente simili a quelle delle migrazioni internazionali di oggi. Questo fa pensare a specificità della migrazione in sé, che sono state poco indagate in un dibattito che invece dà molto risalto alle differenze “etniche”. Nel discorso pubblico infatti gli immigrati tendono ad essere rappresentati come attori etnici, appartenenti a un gruppo, una comunità nazionale, e non come attori sociali inseriti in determinati ambienti locali. Eppure il figlio di marocchini non è solo “un marocchino”: è anche uno studente che frequenta una specifica classe, in uno specifico quartiere, incontra e frequenta ragazzi con specifiche caratteristiche, quindi ragazzi che a loro volta non rappresentano “gli italiani” genericamente. L’attenzione alle identità etniche o nazionali impedisce di concentrare l’analisi sulle disuguaglianze sociali. Ma le disuguaglianze nelle scuole, nei quartieri, nel mercato del lavoro hanno conseguenze fondamentali per l’”integrazione”. Di fatto l’inserimento nella stratificazione sociale non dipende prevalentemente dall’appartenenza a una certa “etnia” o dall’essere “musulmano” ma in gran parte dalle caratteristiche del contesto in cui si vive e si agisce.
Questo ha implicazioni anche per le politiche: invece di pensare a “politiche per gli immigrati”, gli interventi dovrebbero essere orientati più in generale a contenere le diseguaglianze nel mercato del lavoro, nel sistema d’istruzione, ad evitare la degradazione urbana, la creazione di sacche di marginalità.
Riconosciamo che le identità etniche a volte sono abbracciate dagli stessi migranti e spesso imposte dai locali. Così una donna filippina di classe media che era insegnante nelle Filippine, è “ridotta” a “la filippina”, cameriera o badante presso le famiglie italiane. Ma queste forme di riduzionismo non dipendono esclusivamente da stereotipi e pregiudizi, positivi o negativi, nei confronti degli immigrati, altri sono i meccanismi in gioco. Come sostiene Charles Tilly, quando si sovrappongono le categorie che definiscono le differenze - origine nazionale, genere, “razziale”, classe sociale - i confini tendono a diventare molto più netti e naturalizzati.
Ciò non significa tuttavia che le categorie etniche siano semplicemente riconducibili a differenze di classe. Lo svantaggio ha a che fare con il processo migratorio: la migrazione infatti è un processo di lungo termine che ha diversi effetti non solo sulla vita degli individui ma anche sulle carriere formative e occupazionali dei figli, e forse dei nipoti. Cambiare paese o solo regione di residenza ha effetti importanti sulle reti sociali e sui contatti quotidiani. La natura delle nicchie occupazionali accessibili agli immigrati nelle migrazioni di massa ha profonde conseguenze sulle condizioni di vita delle famiglie immigrate. Il percorso migratorio, le strutture del contesto determinano la condizione sociale e il processo di costruzione e naturalizzazione dei confini tra le persone.
Studiare la relazione tra processi migratori e forme di disuguaglianza è il compito di MiDiLab.
Chi siamo
Il Laboratorio ha sede presso l’Istituto di Ricerca Sociale, in via Cavour 78, ad Alessandria.
Comitato Scientifico Promotore del Laboratorio:
- Michael Eve
- Maria Perino
- Roberto Mazzola
- Enrico Gargiulo
- Andrea Pogliano
Direttore del Laboratorio:
Michael Eve
Aderiscono al Laboratorio:
- Flavio Ceravolo (Università di Pavia)
- Enrico Allasino (Ires Piemonte)
- Davide Donatiello (Università di Torino)
- Paola Versino (Università di Milano)
- Carlo Capello (Università di Torino)
Al Laboratorio possono aderire docenti, assegnisti, borsisti, dottorandi, studiosi che ne facciano richiesta, previa accettazione da parte del Comitato scientifico.
Per maggiori informazioni:
- Prof. Michael Eve : michael.eve@uniupo.it
- Pro.ssa Maria Perino: maria.perino@uniupo.it
Allegati
- Rifugiati al lavoro. Quali reti? Quali politiche?
- Documento PDF - 5.34 MB
- Le politiche di inserimento lavorativo dei rifugiati sono efficaci? - Espanet 2020
- Documento PDF - 160.14 KB
- Progetto MIGR.AL: rapporto di ricerca - giugno 2019
- Documento PDF - 581.48 KB
Link Utili
Ultima modifica 31 Maggio 2022